Stabat Mater dolorosa

Jacopone da Todi, “Stabat Mater dolorosa, iuxta crucem lacrimosa…”

Il dolore di una madre non lascia indifferenti, ancor più se la Madre è la Madonna. 

Vastissima è la letteratura sul tema. Un esempio è questa famosissima sequenza liturgica, forse composta da Jacopone da Todi e a lui attribuita in antichi laudari. 

In questi versi di poche sillabe campeggia la figura della Vergine prostrata dal tragico evento del Golgota. Anche il poeta è dolosamente coinvolto nella crocifissione del Cristo. La pateticità dell’evento sarà significativamente sottolineata anche dalla musica, quale quella che Giambattista Pergolesi compose sul tema. Incredibile, ma vero, Pergolesi morì nel 1736, pochi giorni dopo aver ultimato questa sua opera. 

LATINOITALIANO
Stabat mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa, dum pendebat filius; cuius animam gementem, costernatam et dolentem pertransivit gladius.

O quam tristis et afflicta fuit illa benedicta mater Ungeniti! Quae maerebat – et dolebat, et tremebat – dum videbat nati poenas incliti.

Quis est homo qui non fleret, matrem Christi si videret in tanto supplicio? Quis non posset contristari piam matrem contemplari dolentem cum filio?

Pro peccatis suae gentis vidit Iesum in tormentis et flagellis subditum; vidit suum dulcem natum morientem, desolatum, dum emisit spiritum.
 
Eia, mater, fons amoris, me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam; fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum, ut sibi complaceam.
 
Sancta mater, istud agas: Crucifixi fige plaga scordi meo valide. Tui nati – vulnerati, iam dignati – pro me pati, poenas pro me divide. 

Fac me tecum semper flere, Crucifixo condolere, donec ego vixero. Iuxta crucem tecum stare, te libenter sociare cum planctu desidero. 

Virgo virginum praeclara, mihi iam non sis avara: fac me tecum plangere. Fac ut portem – Christi mortem, passionis eius sortem, has plagas recolere. 

Fac me plagis vulnerari, cruce hac inebriari in amore filii. Inflammatus et accensus, per te virgo, sim defensus in die iudicii. 

Fac me cruce custodiri, morte Christi praemuniri, confoveri gratia. Quando corpus morietur, fac ut animae donetur paradisi gloria.
La dolorosa madre sostava in lacrime presso la croce mentre vi era appeso il figlio; lei, la cui anima, lamentosa, costernata e dolente, aveva trapassata una spada. 
Oh quanta tristezza e afflizione ebbe quella benedetta madre dell’Unigenito! La quale era mesta e soffriva e tremava vedendo le pene dell’illustre figlio. 
Chi non piangerebbe nel vedere la madre di Cristo a così gran supplizio? Chi potrebbe non aver compassione a scorgere la pia madre partecipe del dolore del figlio? 
Ella vide Gesù, per i peccati della sua stirpe, tormentato e sottoposto a ogni flagello; vide il suo dolce portato morente distrutto, quando esalò l’ultimo respiro. 
Sù, madre, fontana di amore, fammi provare la violenza del dolore, ché pianga con te; fa’ che il mio cuore bruci nell’amare Cristo Dio, così che io gli piaccia. 
Madre santa, fa’ così: stampa robustamente nel mio cuore le piaghe del Crocifisso. Condividi per me le pene del ferito tuo figlio, che per me già ebbe a degnarsi di patire. 
Fammi sempre versare lacrime con te, assimilarmi nel dolore al Crocifisso, finchè vivrò. Desidero sostare con te presso la croce, farmiti con trasporto compagno di lamento.
Vergine insigne su tutte le vergini, per l’avvenire non essermi avara: fammi piangere con te. Fa’ che io porti la morte di Cristo, fammi rammemorare la sorte della sua passione e queste piaghe. 
Fammi ferire delle sue piaghe, inebriare di questa croce nell’amore di tuo figlio. Ardente e acceso, sia io difeso da te, Vergine, il giorno del giudizio. 
Fammi proteggere dalla croce, difendere dalla morte di Cristo, ristorare dalla sua grazia. Fa’ che, quando morirà la carne, all’anima sia donata la gloria del paradiso.

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