Quest’anno il nostro “sì” all’Azione Cattolica diventa un dono a tutto campo da mettere a servizio della comunità che abitiamo. In un tempo come quello che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, siamo chiamati a guardare il Cielo senza dimenticarci della responsabilità della Terra. Vogliamo guardare con speranza rinnovata il campo in cui siamo radicati perché vi si continui a seminare con cura e passione, perché si continui a essere, come gli alberi, tesi verso il cielo e radicati nella vita della nostra comunità.
In questo tempo in cui rinnoviamo il nostro “sì” al Signore e alla Chiesa, tramite l’associazione, abbiamo voluto ridire con un gesto concreto il nostro essere a servizio della comunità che abitiamo schiudendoci al tempo stesso a uno sguardo d’insieme, globale. Visitati dall’amore e dalla presenza del Signore, che sempre ci precede, non possiamo che sentirci coinvolti nel quotidiano, desiderosi di condividere la sovrabbondanza d’amore che abbiamo ricevuto proprio attraverso il cammino associativo.
Sull’esempio di quanto fatto dalla CEI a Taranto in occasione della Settimana sociale abbiamo condiviso con la città un gesto concreto e allo stesso tempo simbolico, che esprime il profondo desiderio di ciascuno di noi di essere il buon giardiniere che fa Rifiorire la vita associativa.
L’albero che ieri [19 febbraio 2022 – ndr] abbiamo piantumato nel cuore della città e del territorio parrocchiale, è il segno visibile dei nostri 243 “sì” pronunciati quest’anno. È l’immagine della responsabilità condivisa di ogni bambino, ragazzo, giovanissimo, giovane e adulto di AC dell’essere autentico discepolo missionario. Annunciatore nella ferialità e artigiano di fraternità quotidiana. È il simbolo del nostro “ritorno in Galilea”, sull’esempio di quello compiuto da Gesù nell’icona biblica di questo anno associativo (cf Lc 4,14).
È, infatti, questo il tempo in cui “fare ritorno”. Attraverso l’azione educativa e formativa dell’Azione Cattolica ci impegniamo a ritornare ad abitare la nostra Nàzaret, la nostra comunità, tanto nei suoi spazi quanto con chi li condivide.
Questo albero ci sfida a essere come il Samaritano che, certo, si fa prossimo del malcapitato assalito dai briganti, prendendosene cura e facendosene carico, ma nella cura diventa generativo interpellando l’impegno di altri (cf Lc 10,25-37). Trasforma così un generoso gesto singolare in un impegno comune, comunitario. Questo albero messo a terra possa diventare l’impegno di un coltivare comune, occasione di vita comune, di cura comune, di incontro con i fratelli.
Ci abbandoni anche solo la più debole idea di poter riuscire in tutto questo con le limitate forze che abbiamo a disposizione. Gesù non ritorna in Galilea a mani vuote, ma «con la potenza dello Spirito» (Lc 4,14), disceso su di Lui al Giordano (cf Lc 3,22). In lui lo Spirito dimora (cf Gv 1,32), lo riempie di quella forza che non è potere, ma partecipazione all’azione e allo stile del Padre. «Gesù cristo è il centro vivo della fede, è il cuore della nostra proposta associativa […] Appartenere a Cristo significa lasciarsi abitare dal suo Spirito, che ci fa guardare a Dio come a un Padre che ci ama per primo. Il protagonista nella nostra vita spirituale è lo Spirito Santo: Egli prega in noi, lotta, ama e opera in noi. Illumina l’intelligenza, fa il bene insieme con noi, dà gioia e pace. Lo Spirito ci fa superare il livello puramente umano del nostro comportamento e ci rende uomini “spirituali”, aperti al suo influsso, capaci di rivivere i sentimenti del Figlio e di produrre quei frutti dello Spirito di Dio che sono “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22)». [«Perché sia formato Cristo in voi» Progetto formativo dell’Azione Cattolica, 35].
E in questo anno Giubilare non possiamo che prendere a modello una grande testimone della docilità allo Spirito Santo. La Vergine di Costantinopoli è l’immagine dell’autentico cristiano, ci mostra il profilo del credente come discepolo del Signore, missionario tra i suoi fratelli. Ma, indicando con la mano il figlio, il mistero del Verbo incarnato, il quale è via, verità e vita (cf Gv 14, 5), ci ricorda di procedere sempre con gli occhi «Fissi su di Lui!» (Lc 4,20).
Intervento dei bambini e ragazzi dell’ACR
Ieri, noi bambini e ragazzi dell’ACR, durante la festa del Tesseramento, abbiamo realizzato questo albero.
Esso rappresenta la grande famiglia dell’Azione Cattolica, che ha le proprie radici salde nella storia di Gesù.
Con il nostro Sì all’Azione Cattolica vogliamo impegnarci a seguire il suo esempio ed essere discepoli–missionari.
Ci impegniamo a farlo attraverso la nostra unicità, la nostra originalità e le nostre azioni quotidiane, simboleggiate dalle nostre mani, che devono essere sempre tese verso l’Alto, come quelle poste sui rami di questo albero.
Siamo consapevoli, però, che è solo con gli altri che si può crescere davvero, perché l’Azione Cattolica è una famiglia in cui piccoli e grandi sono insieme protagonisti.
Chiediamo, quindi, ai giovani e agli adulti, che oggi rinnoveranno il proprio Sì, di arricchire questo albero anche con il loro esempio. Per essere, così, una comunità accogliente e autentica come quella dei primi discepoli.






















































