Ardono le lampade sul candelabro a sette braccia, la menoráh, mentre l’incenso, bruciato al mattino e alla sera, riempie del suo intenso aroma l’ambiente. L’acqua è versata nel catino per le abluzioni e i pani sono già sulla tavola in offerta. Un velo però separa la parte più interna, il tabernaculum, il Santo dei Santi, che ospita l’Arca dell’Alleanza, la dimora del Dio altissimo, accessibile solo al Sommo Sacerdote.
La tenda del convegno (Es 25-40), che anticipa il tempio di Gerusalemme, è il santuario mobile attraverso il quale Dio cammina con il suo popolo nel deserto. È un Dio che non conosce la solitudine, che cerca il dialogo, parla, si interessa dell’uomo e vuole stare con l’uomo; fa uscire il suo popolo dal paese d’Egitto «per abitare in mezzo a loro» (Es 29,46). Il Signore si comporta come chi, perdutamente innamorato, non riesce a staccare il cuore e la mente dalla persona amata, neppure quando questa gli è infedele. La tenda del Convegno è “segno sacramentale” di questa presenza e anche quando gli Israeliti diventano infedeli e vengono deportati a Babilonia, per bocca del profeta Ezechiele, Egli continua a promettere: «Io abiterò in mezzo a loro, per sempre» (Ez 43,7).
Il palo del Crocifisso sul mosaico absidale, per un effetto scenografico, sembra la continuazione del palo che sorregge la tenda del convegno: le realtà dell’Antico Testamento trovano pieno compimento nel Verbo incarnato, Dimora di Dio che «piantò la sua tenda» tra gli uomini (Gv 1,14). Cristo sommo sacerdote, mediatore perfetto, realizza una nuova alleanza. Porta a compimento l’impegno che Dio si era preso. Il suo Corpo e il suo Sangue rendono viva, efficace, possibile l’alleanza con l’uomo. L’ultimo respiro di Gesù annulla la separazione cultuale – «il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo» (Mt 27, 51) – : la distanza tra Dio e l’uomo è definitivamente colmata da Cristo che «è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri attraverso una tenda più grande e più perfetta non costruita da mani d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione: Egli entrò una volta per sempre nel suo santuario, non mediante il sangue di capri e vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna» (Eb 9,11). Con la morte e resurrezione di Cristo tutti hanno libero accesso alla salvezza. Dio è con noi ogni giorno fino alla fine del mondo (Mt 28, 20) ed ha aperto la strada perché noi, già da ora, possiamo essere con Lui.










































































































