Notizie storiche

Le prime notizie sulla chiesa risalgono al 1449 nella bolla “Universis et singulis” dell’Arcivescovo Marsilio Orsini. Dalle notizie di una visita pastorale del 1575 si desume che S. Lucia della Giudajca è ubicata in un’area degradata, in prossimità delle mura della città, e che nel 1566 era già avvenuta l’unificazione con la parrocchia di S. Vito Maggiore.

Il titolo “de Judaica” è legato al quartiere nel quale l’edificio sacro sorge e che, fino alla fine del XIII secolo, fu abitato da una numerosa comunità ebraica. Il quartiere è stato nei secoli teatro di una vita commerciale intensa, e ciò trova conferma nelle denominazioni di alcune strade e vicoli, che ci riportano alle diverse attività artigianali o arti liberali, che ivi si svolgevano: la strada dei barbieri, la strada de li ferrari, de li speziali, dei sediari, il largo delle chianche, il vicolo dei sartori, il vicolo della neve (ove c’era il commerco della neve).

L’esistenza della chiesa è fatta risalire ad almeno quattro secoli prima, anche se viene denominata in diversi modi.

Viene citata con il titolo di Santa Maria e con gli appellativi “de mare”, “De ruga nova”, “de giudaica” fin dal marzo del 1072 a seconda che ci si riferisce alla via lungo la quale è collocata con la denominazione classica o con quella di più recente uso. Un’importante documentazione di carattere toponomastico attesta l’esistenza della chiesa sin dall’XI secolo. Approfondisci

Costruita dunque tra il XIV e il XV sec., la chiesa presentava originariamente un’impianto basilicale a tre navate. Ha subito una trasformazione nei primi anni del Seicento, con la sostituzione anche di un antico altare, con affreschi agiografici, dedicato a S. Aniello, santo verso il quale ancora oggi esiste una forte devozione in città. Nella relazione del parroco Giuseppe Ferraro, in occasione della visita pastorale dell’Arcivescovo Poerio (1692) la chiesa è descritta orientata verso mezzogiorno, proprio vicino alla torre detta di S. Lucia, con la porta principale che guardava l’occidente. La chiesa era in possesso di importanti opere d’arte, fra cui uno stipo reliquiario con 15 statuette di rilievo e di un organo nuovo costruito nel 1866 composto di otto registri. Oggi l’organo è visibile sulla cantoria. Nella relazione si descrive la forte devozione a S. Lucia e a S. Aniello da parte dei marinai e dei pescivendoli.

Le successive vicende architettoniche ci riconducono al 1861, quando il parroco Alfonso Vigorito, con imponenti lavori, da l’attuale configurazione all’edificio. Degne di rilievo sono le statue policrome di S. Lucia e di S. Vito, risalenti al XVIII sec.

Nel catino absidale si apprezzano i dipinti murali del XIX secolo raffiguranti scene del Martirio della santa siracusana.